martedì 11 marzo 2014

[TRIP REPORT] TGV Paris - Milano

Racconto e spiegazione di uno dei servizi ferroviari internazionali più noti in Italia: il lungo viaggio a bordo di un TGV (treno alta velocità francese) da Parigi a Milano attraverso le Alpi e la storica linea del Frejus.

Il servizio Milano - Parigi è una linea "storica" nei collegamenti ferroviari internazionali da sempre operata con buoni standard qualitativi al punto tale da continuare ad offrire anche oggi una alternativa ai numerosi collegamenti aerei fra il Nord Italia e la capitale francese.
Il servizio è stato per anni operato in collaborazione fra i monopolisti nazionali SNCF e Ferrovie dello Stato (poi Trenitalia) offrendo collegamenti diurni con TGV fra Milano e Parigi, nonché alcuni treni notturni con carrozze letto verso Lombardia e Centro Italia. A partire dal 2012 gli accordi fra i due operatori ferroviari sono stati recessi. Ad oggi SNCF opera in proprio su tutto il tragitto i TGV diurni, mentre Trenitalia ha mantenuto i treni notte da Venezia e Milano (recentemente soppresso il Roma-Parigi). Entrambe le società si appoggiano a compagnie straniere per le tratte estere non possedendo i certificati necessari: Trenitalia ha stipulato accordi con Veolia fondando la società mista Thello, mentre SNCF ha fondato appositamente SVI con sede in Italia per poter beneficiare dei certificati italiani. Svi compare solo a fini amministrativi poiché il marchio commerciale è comunque SNCF.

A marzo 2013 è stato effettuato un viaggio a bordo del TGV 9245, uno dei tre treni diurni dalla Francia verso Milano.
La partenza è alle 10.41 da Paris Gare de Lyon, importante stazione parigina dove si attestano tutti i treni provenienti dal sud della Francia e paesi limitrofi.
Come sempre la stazione è affollata di TGV di tutti i tipi: Reseau, Sud-Est, POS, Duplex ed Euroduplex in arrivo o partenza per ogni angolo d'Europa.




Ambiente mattutino alla Gare de Lyon.

Il binario di partenza dei treni viene esposto sui monitor solo 20 minuti prima dell'orario, ma i viaggiatori vengono comunque indirizzati fin da subito verso una delle due zone della stazione nominate "hall 1" e "hall 2" in corrispondenza del fascio binari del proprio treno. La stazione dispone infatti di due fasci da 10 binari ciascuno leggermente sfalsati l'uno dall'altro.
Il treno per Milano è previsto in Hall 2, recentemente ristrutturata mantenendo i caratteri architettonici storici della stazione, ma ammodernando gli ambienti e creando connessioni e spazi più pratici.
Si nota una carenza di posti a sedere per l'attesa del treno, ma l'area è comunque molto gradevole, luminosa e moderna.

20 minuti prima della partenza viene esposto sui monitor ed annunciato il binario 19 per il nostro treno.
"tran papparaaa!! les TGVs numero 6939 e 9245, a destination d'Annecy e Milano Porta Garibaldi, depart, 10 heures 41, partiront voie 19! ..."
Ai più, a maggior ragione italiani, parrà molto strana come situazione: due treni alla stessa ora sullo stesso binario con due destinazioni diverse...ebbene sì! Oltralpe questa è la normalità! Per risparmiare tracce orarie, specie sulle linee più congestionate, i treni diretti in località diverse ma che condividono la tratta per parte del percorso, vengono fatti viaggiare assieme come fosse un treno solo. Le composizioni TGV sono relativamente corte (intorno ai 180 metri) e possono essere facilmente accoppiate in doppia composizione formando treni da 370 metri. Nel nostro caso il TGV per Milano è accoppiato al treno per Annecy (cittadina delle alpi francesi) con il quale viaggeremo fino a Chambery. In questo modo per le prime 3 ore di viaggio i due treni viaggeranno come un treno solo con tutti vantaggi di economia e uso tracce orarie che ne consegue (semplificando si può dire che viaggia un treno invece che due). Per evitare confusione agli sprovveduti, le carrozze dei due treni hanno numerazioni ben differenti impedendo ai viaggiatori di salire sulla parte di treno sbagliata.

Appena annunciato il binario la folla si dirige verso il binario. Notare il monitor che espone entrambe le destinazioni del treno: Annecy e Milano.

Composizione per Milano in testa accoppiata al TGV Duplex (a due piani!) per Annecy.

Nessuna sorpresa sul tipo di treno utilizzato, poiché la SNCF dispone di sole 6 composizioni TGV della serie Reseau abilitate alla circolazione in Italia riconoscibili dal numero di serie 4501-4506. Tali treni sono tritensione (1,5kV e 25kV monofase per la rete francese e 3kV per l'Italia) e hanno montato il SCMT, sistema di sicurezza italiano oltre al TVM e KVB francesi. 
Il TGV Reseau è la seconda generazione di TGV, introdotta con l'apertura della LGV Atlantique, la linea alta velocità Paris - Le Mans/Tours. La potenza di 8800kW (sotto rete 25kV) ed il basso peso della composizione gli permettono non solo di correre a 320km/h, ma di avere anche ottime prestazioni in accelerazione e su linee particolarmente acclivi.

Tutte e 6 le composizioni sono state recentemente ristrutturate su progetto Christian Lacroix in corso di implementazione su tutti i treni dello stesso tipo.
Gli interni delle carrozze di seconda classe sono dominati dai colori viola e arancione e da sedili confortevoli e dal design moderno. Due grandi bagagliere per carrozza offrono abbondante spazio per stivare anche i bagagli più ingombranti, mentre sopra ai sedili due file di cappelliere possono accogliere giacche e piccole valige. La maggior parte dei sedili è disposto "a correre" offrendo maggior spazio per le gambe (molto gradito sui viaggi lunghi) mentre alcune sedute sono disposte "vis a vis" come sui treni convenzionali.
Bidoncino porta rifiuti e tavolino sono a disposizione di ogni sedile, mentre si segnala l'assenza di prese di corrente.

Interni di seconda classe del TGV Reseau ristrutturati con modello "Lacroix".

"Tran pappara!!! Voie 19. Les TGVs numero 6939 e 9245, a destination d'Annecy e Milano Porta Garibaldì, vant partir. Prenez garde de la fermature automatique des portes. Attention au depart!"

Si parte in orario, si passano tutti gli scambi e fasci ricovero della stazione per poi entrare in piena linea. Si attraversa tutta la Banlieu sud di Parigi e nei pressi di Creteil si imbocca la LGV Sud-Est, ligne a grande vitesse.
Ancora un paio di interconnessioni con le linee di cintura di Parigi e poi ci si lancia a 270 km/h verso Sud. L'accelerazione del treno è davvero notevole e percepibile. Il paesaggio per la successiva ora e mezza è abbastanza monotono ma è piacevole vederlo sfilare velocissimo fuori dal finestrino.
La LGV Sud-Est è stata la prima linea ad alta velocità francese e collega Parigi con Lione. Velocità massima 270 km/h, segnalamento tipo TVM senza segnali luminosi e alimentazione a 25kV 50Hz monofase.

Si superano a tutta velocità diverse interconnessioni e le stazioni di Le Crousot TGV e Macon Loche TGV.
Alle 12.30 puntuali il treno fa il suo ingresso a Lyon Saint Exupery TGV, stazione dell'alta velocità costruita in corrispondenza dell'aeroporto di Lione. La stazione è relativamente nota per le sue particolari e spettacolari caratteristiche architettoniche ma sovradimensionate rispetto alle necessità. La necessità di avere una stazione TGV presso l'aeroporto di Lione probabilmente è di secondaria importanza (Lione non è un hub intercontinentale), ma al momento questa è l'unica stazione lionese dove fermino treni per l'Italia. Il centro città è raggiungibile in 30 minuti con una tranvia espressa chiamata "Rhone Express".


La particolare stazione "Lyon Saint Exupery TGV"

Partenza in orario alle 12.35. Si percorrono gli ultimi chilometri di linea ad alta velocità dalla quale usciamo mediante la complicata interconnessione di Saint-Quentin-Fallavier. Cambio tensione e segnalamento per viaggiare sulla linea tradizionale Lione-Grenoble. Il paesaggio e la ferrovia anche in questa tratta non sono nulla di particolarmente interessante. Doppio binario che corre tendenzialmente parallelo all'autostrada, in mezzo a colline attraversando paesi, cittadine e agglomerati industriali.
Alle 13.00 circa si transita a Saint Andrè le Gaz, stazione di bivio dove si lascia la linea per Grenoble sulla destra per imboccare la linea per Chambery. Alla stazione di St. Andrè non corrisponde alcuna località rilevante, si tratta di uno snodo ferroviario e dispone di sufficienti binari per attestare i servizi regionali cosa non possibile nelle stazioni limitrofe.

La linea St. Andrè - Chambery, 43 km a binario unico, venne realizzata nel 1884, ma ha avuto nuova vita a partire dal 1985 quando venne elettrificata a 25kV. A partire da questi anni, infatti, la linea è stata riscoperta come itinerario privilegiato verso la Savoia poiché evita il lungo itinerario Lyon-Culoz-Chambery che segue la complicata morfologia del territorio. Questa linea, nata per uso locale, è decisamente tortuosa e con pendenze fino al 25 per mille che di fatto limitano le prestazioni.

Il viaggio inizia a farsi decisamente interessante: linea tortuosa che permette spettacolari viste su tutto il treno e paesaggio di alta collina con montagne innevate sullo sfondo che si avvicinano sempre di più!
Curve e contro curve si susseguono in continuazione attraverso boschi, pascoli e piccoli villaggi di poche case. Il treno viaggia a non più 80/90 km/h arrancando con tutta la pesante composizione fino al valico.
A Lépin-le-Lac si sosta per incrociare un diretto in direzione opposta. Fa una certa impressione vedere il treno emblema dell'alta velocità in Europa sostare in una piccola stazione con marciapiedi in terra battuta circondata da orti e piccole case. Tutti i punti di incrocio della linea dispongono di binari atti ad ospitare doppie composizioni di TGV a testimonianza della valenza sovra locale della linea.

Una delle sceniche viste su tutta la composizione del treno mentre affronta una stretta curva.

Costeggiato il piccolo lago di Aguebelette si entra nella galleria di valico sotto il massiccio de l'Epine, baluardo montuoso che storicamente separa la Savoia dalle colline e dalla pianura lionese.

Ancora pochi chilometri e si giunge a Chambery Challes-les-Eaux, rilevante stazione snodo situata nella importante e storica cittadina capoluogo del dipartimento.
In questa stazione ci si innesta sulla linea storica della Maurienne (quella via Culoz, bypassata dalla tratta appena percorsa). Da Chambery, cuore della Savoia e delle Alpi francesi, si possono trovare coincidenze verso Annecy, Grenoble e Albertville-Bourg Saint Maurice, tutte località molto dinamiche e note mete di sport e turismo. Il nuovo orario cadenzato della regione Rhone Alpes sta lentamente strutturando un buon sistema di treni e nodi di interscambio anche in Savoia, dove si registrava una forte carenza di investimenti nel settore ferroviario. Il sistema non è ancora a regime ma si nota l'impostazione di una griglia cadenzata che prevede interessanti collegamenti fra tutti i centri della zona.

La zona viaggiatori della stazione è piuttosto limitata considerato il ruolo di nodo che svolge: solo 5 binari passeggeri passanti più uno tronco lato Lione. Una particolarità della stazione è la pianta del fascio viaggiatori che non è rettilineo ma presenta una S.
Lato Lione sono collocati un parco sosta per treni merci ed un deposito ferroviario con officine.

La nostra composizione viene qui spezzata. Il TGV di coda proseguirà per Aix-les-Bains e Annecy, mentre il nostro treno proseguirà verso il Frejus e l'Italia. Da bordo non si percepisce nulla, se non uno spostamento di qualche metro avanti durante la sosta in stazione.

Lato "Alpi" il contesto urbano impone una stretta chiusura del fascio ferroviario verso i due binari di linea che entrano i una breve galleria in stretta curva.

 Un moderno AGC effettua un diretto Annecy - Chambery - Grenoble - Valence. 

Vista della curva ad S nella stazione di Chambery.


Fascio ricovero e deposito di Chambery.

Partiti da Chambery si viaggia ufficialmente sui binari della "Ligne de la Maurienne" che, sotto ai 1500 volt, condurranno fino al confine italiano.
Superata l'area urbanizzata la linea corre pressoché rettilinea in un ambio fondovalle ammettendo la velocità di 160 km/h fra campi, vigneti e ripidi pendii ai limiti della piana. Si supera il bivio della linea per Grenoble che si lascia sulla destra presso la stazione di Montmelian che presenta una particolare struttura a V essendo collocata proprio sul bivio delle due linee.


Paesaggio della bassa Val d'Isère: largo fondovalle coltivato circondato da irte montagne.

Ancora qualche chilometro in ampio fondovalle per poi superare Saint-Pier-d'Albigny ed il bivio della linea a binario singolo per Albertville e Bourg-Saint-Maurice. Tale linea, a carattere locale, prosegue in piano fino alla cittadina di Albertville per poi insinuarsi e scalare la stretta valle dell'Isére. La forte vocazione per sport invernali di questa valle fa si che il panorama ferroviario di questa semplice linea si faccia molto interessante nel periodo invernale, con treni a lunga percorrenza provenienti da tutta la Francia, l'Europa centrale e persino con l'Eurostar da Londra.

Bivio di Saint-Pier-d'Albigny: a sinistra la linea a binario singolo per Bourg-Saint-Maurice.

Superato in corretto tracciato il bivio, la linea per Torino imposta una larga ma decisa curva a sinistra per imboccare la Vallée de la Maurienne, valle laterale dell'Isére che origina al passo del Moncenisio.

Si superano diverse piccole fermate in piena linea, mentre il treno serpeggia in un fondovalle ancora sufficientemente ampio da essere coltivato e urbanizzato.
Tutto attorno dominano alte montagne innevate con qualche piccola valle laterale, alcuni impianti idroelettrici e le strette strade che portano a note cime come il Col de la Madelene o il Col du Telegraph, nomi che non possono lasciare indifferenti gli appassionati di ciclismo!
Alla stazione di Saint-Avre è presente un fascio merci utilizzato per mettere in composizione al treno mezzi di trazione supplementari per poter affrontare serenamente le forti pendenze fra Saint-Jean e Modane. I pesanti treni da 2600 tonnellate che devono valicare il Frejus necessitano addirittura di due motrici in testa ed una in coda! 
Il nostro TGV Reseau (di seconda generazione) non necessita di ciò, avendo già a disposizione tutta la potenza necessaria (3680kW sotto ai 1500 V) ad affrontare anche queste ripide rampe. Già la prima generazione (TGV Sud Est) ha registrato problemi a viaggiare alla massima velocità consentita oltre Saint-Jean dove, tra l'altro, l'alimentazione rimane 1500 V con tutte le limitazioni che ciò comporta.

Bassa Valle della Maurienne: paesi e agglomerati industriali si susseguono nel fondovalle.

La valle cambia all'altezza di Saint-Jean-de-Maurienne, importante cittadina della vallata. Il treno effettua una fermata di servizio per permettere la salita della polizia di frontiera per poi attraversare un parco ferroviario merci legato al distretto produttivo della cittadina. In questo punto la ferrovia inizia a salire con planimetrie a altimetrie da vera linea di montagna. Poco dopo la valle si stringe e lascia spazio ad un paesaggio più naturale di boschi e pascoli anche in fondovalle. Poco prima di Saint-Michel-de-Maurienne una secca strozzatura della valle segna l'inizio della vera scalata vero Modane. Strada, autostrada e ferrovia corrono vicine incrociandosi di continuo, fra ponti, viadotti e gallerie che si susseguono di continuo. Particolarità della linea è di avere tutti i ponti uguali: metallici con travate in acciaio incrociate e architravi sopra alla linea aerea.

Alta val Maurienne, con ripidi pendii direttamente sulle vie di comunicazione.

A Saint Michel il nostro treno viene messo sul binario di destra a causa di lavori di manutenzione sul binario di sinistra. Si viaggia ormai nella neve (anche se poca) a testimonianza della quota intorno ai 1000 metri e del freddo clima di una stretta valle alpina. In alcuni tratti il fondovalle è stato totalmente occupato da infrastrutture: autostrada, strada e ferrovia non lasciano spazio a null'altro, spesso pure il torrente corre sotto al viadotto autostradale.
Le pendenze in questo punto toccano il 30 per mille, richiedendo grandi prestazioni ai treni più pesanti per raggiungere il culmine. 



Nessun paese è presente in questo impervio tratto di valle se non qualche piccolo gruppo di case o impianti idroelettrici.
Al termine della scalata si entra nel parco ricovero di Modane, in piano, dove i treni merci possono sostare, essere manovrati e svolgere eventuali pratiche doganali. Dopo qualche centinaio di metri si entra nella zona passeggeri della stazione che dispone di un piccolo ma lungo fabbricato in pietra per accogliere i diversi servizi e funzioni ferroviarie.

 Parco ricovero di Modane.
"tran papparara! Modane, ici Modane. Assurez vous de n'avez oublié rien sur le train!"

Il treno sosta per 5 minuti permettendo ai fumatori di godersi l'ultima sigaretta francese e ai curiosi di osservare il cambio personale del treno. Il personale SNCF scende e con una sincera stretta di mano da il cambio al personale italiano di SVI (società viaggiatori italia), che come detto prima è solamente il nome del certificato ferroviario italiano di SNCF. Il nome SVI non compare commercialmente da nessuna parte, tanto che persino il personale dispone di uniformi francesi. Il personale del bar, invece, rimane lo stesso lungo tutto il percorso.

Con qualche minuto di ritardo si riparte e, superati gli ultimi scambi, si imbocca l'ultima ripida rampa che porta alla galleria di valico, questa volta, però, si viaggia sotto i 3000 volt italiani! Questo breve tratto di linea fino al confine viene gestito da SNCF con regolamento italiano. A qui inizio la "linea del Frejus" come viene chiamata sul lato italiano.

Un tornante parzialmente in galleria inverte la vista sul panorama dalla linea che ormai corre a mezza costa. Una larga curva a sinistra immette nella galleria del Frejus: 13636 metri che conducono direttamente in val di Susa.
La galleria del Frejus fu il primo grande traforo ferroviario ad essere aperto: l'inaugurazione avvenne nel 1871 (Gottardo 1882, Sempione 1906) dopo soli 13 anni di lavori che impiegarono centinaia di uomini ma anche l'utilizzo di primordiali macchine da scavo. Il tracciato originario è stato tuttavia modificato nel 1882 a causa di problemi di instabilità dell'ultimo chilometro lato Modane. Venne così realizzata una variante (il punto di raccordo sul vecchio tracciato in galleria è percepibile ad osservatori esperti) e l'imbocco originario abbandonato. L'attuale portale francese, infatti, non presenta particolari caratteristiche monumentali, presenti invece sul lato italiano (e sull'originale lato Francia).
Più recenti lavori hanno invece modernizzato il tunnel abbassando il piano del ferro per permettere il transito di treni a sagoma massima (in questo specifico caso carri merci per trasporto combinato) e rinnovato gli impianti di sicurezza e di circolazione.

Spettacolare fotografia della galleria del Frejus. TGV in avvicinamento verso l'Italia viene fotografato da una postazione di servizio prima dell'ultima curva che immette nella galleria artificiale. (foto tratta da nationalgeografic.it) 

A 20 minuti dalla partenza da Modane si esce dalla galleria e si è già nel piazzale della stazione di Bardonecchia a quota 1335 m slm. L'ultimo centinaio di metri è in galleria artificiale, riconoscibile da una decisa curva a destra e dalla presenza di finestroni laterali. Questo ultimo tratto di galleria è stato realizzato in un secondo tempo, poiché il primo traforo venne costruito con scavo in perfetto rettilineo e poi modificato con le due semplici varianti agli ingressi.
La galleria ha copertura telefonica degli operatori italiani solo per la metà in Italia, mentre nessuna copertura risulta per il tratto francese.

La stazione di Bardonecchia, dove il treno effettua servizio viaggiatori, permette l'interscambio con il servizio regionale piemontese che da dicembre 2012 è stato numerato e re impostato in seguito all'apertura del passante ferroviario di Torino. A Bardonecchia un treno ogni ora della linea SFM3 porta a Torino Porta Nuova.
La stazione è dotata di 3 binari viaggiatori più un paio di ricovero mezzi manutenzione. Al momento del transito sotto una nevicata, era in sosta uno dei potenti mezzi sgombraneve delle ferrovie italiane, pronto per l'uso in caso di necessità.


Stazione di Bardonecchia ancora coperta da abbondante neve e mezzo sgombraneve FS in sosta.

Dopo Bardonecchia la linea scende ripida e stretta fra le montagne e la Dora, supera il piccolo paese di Beaulard, stazione sciistica fallita, ed entra nella piana di Oulx. Fermata ad Oulx che conta 3 binari viaggiatori mentre un quarto realizzato per le Olimpiadi e che dispone di ambia banchina è stato scollegato dalla rete.
La fermata di Oulx, per quanto strana per un treno lunga percorrenza, è motivata dalla presenza di un importante interscambio verso le valli di Sestriere e Monginevro, nonché dalla presenza di un collegamento per Briançon che di fatto rappresenta il più veloce collegamento da questa cittadina verso Parigi.
La presenza di importanti stazioni sciistiche nei pressi di Oulx e Bardonecchia potrebbe far pensare ad un più intenso uso della ferrovia nei mesi invernali (più o meno come accade sul lato francese) che però purtroppo non avviene. Addirittura i treni veloci per Milano sono ora effettuati da SNCF alla quale è stato negato il diritto di vendere biglietti per servizio interno italiano impedendo qualsiasi possibilità di incentivo all'uso del trasporto ferroviario legato a spostamenti per turismo e sport in val di Susa...
[ma tutti sono troppo concentrati a proporre o opporsi ad altro invece che promuovere un buon uso dell'esistente - parere di chi scrive]

Dopo Oulx si scende ancora e a Salbertrand i due binari della linea seguono tracciati differenti: il binario direzione Torino percorre il ripido tracciato storico, mentre il binario in salita, realizzato negli anni '80, percorre un tracciato più lungo, e con più galleria, in modo da attenuare le pendenze. I due binari si ri affiancano solo nelle stazioni dove è curioso osservare le diverse pendenze dei due binari in ingresso e uscita dagli impianti. Il binario in discesa corre a mezza costa ed offre interessanti scorci sull'impervia e boscosa alta Val di Susa, dove saltuariamente imponenti viadotti stradali sull'altro lato della valle dominano il paesaggio.

Transito alla stazione di Chiomonte dove i binari si appaiono per qualche centinaio di metri.

Ad un certo punto la bella cittadina di Susa compare in fondovalle e sancisce l'inizio della bassa Val di Susa che con la sua lunga piana porta dritti dritti alla periferia di Torino.
Vista sull'ampio fondovalle della bassa Val di Susa, mentre si "atterra" a Bussoleno.

A Bussoleno una curva a destra immette sul tracciato storico della ferrovia della val di Susa, inizialmente concepita come Torino-Susa, poi prolungata verso il Frejus ma bypassando Susa stessa che rimane oggi collegata da un breve tratto di linea a binario singolo da Bussoleno.

Curiosità da segnalare è la "Ferrovia Fell" dal nome del suo progettista inglese, che dal 1868 al 1871 collegò Susa (termine della ferrovia da Torino) a Saint-Micheal-de-Maurienne attraverso il colle del Moncenisio. Si trattava di una ferrovia a cremagliera a vapore che si inerpicava fino al passo superando 1588 metri di dislivello sul lato italiano e 1360 sul versante francese. Con l'apertura della galleria del Frejus la linea venne smantellata, ma ancora oggi sono ben visibili gallerie e ponti lungo la statale del Moncenisio.

Da Bussoleno la linea permette i 150 km/h che il nostro TGV sfrutta appieno fino alla periferia di Torino.
Il paesaggio della bassa Val di Susa è molto interessante, poiché imponenti montagne circondano un ampio fondovalle. Purtroppo il mal tempo e le nuvole basse non ha permesso di godere di questo panorama, limitando la visuale ai paesi e agglomerati industriali che si susseguono lungo la linea.


Arrivati ai bivi di Torino S.Paolo inizia una marcia lenta e a singhiozzo, probabilmente a causa di altri treni che occupano la linea e che ci impongono diverse soste prima di entrare a Porta Susa. Si entra nel passante ferroviario, sosta di pochissimi minuti alla nuovissima Porta Susa sotterranea e poi si riparte verso Milano.
Purtroppo della bellissima città di Torino dal treno non si vede quasi nulla, se non le estreme periferie. Si attraversa infatti tutta la zona centrale in una delle gallerie del passante ferroviario che vedono la luce solamente agli imbocchi alle estremità dalla città.
Appena fuori dalla galleria ricomincia la marcia a singhiozzo. Si transita a Torino Stura e sulle interconnessioni dell'alta velocità.
La marcia a singhiozzo si protrarrà fino a Chivasso. Abituati alla circolazione francese che mediamente è molto più veloce, disponendo di scavalchi e migliore organizzazione di piani binari e segnalamento, questo è un bel benvenuto in Italia.

E' lecito aspettarsi che il TGV, treno ad alta velocità per eccellenza, percorra la linea AV da Torino a Milano..invece no. Come si accennava in partenza questo treno dispone di "soli" 3 sistemi di sicurezza e 3 possibili tensioni di alimentazione. Se per queste ultime non ci siano problemi (linea AV alimentata a 25kV) il problema viene posto invece dai sistemi di sicurezza. La linea alta velocità italiana è attrezzata con sistema unificato europeo ERTMS/ETCS (european rail traffic management system/european train control system) che richiede specifiche apparecchiature a bordo treno non presenti su questa serie di TGV. L'installazione è possibile ma molto onerosa e poco probabile vista anche la prossima scadenza dei certificati di sicurezza anti incendio del treno in questione. Visti i grossi ordini di nuovi TGV (che nascono già con ETCS) probabilmente la SNCF richiederà di attrezzare alcuni di questi per la circolabilità in Italia..si vedrà nei prossimi anni.

 Transito nella desolata Torino Stura.
Interconnessione di Torino Stura ove origina la linea alta velocità per Milano.

Dopo Chivasso si riprende a correre a 160 km/h attraverso la piattissima pianura piemontese attraversando piccoli borghi e risaie. Transito a Santhià a velocità ridotta vista la stretta curva, e poi dritti fino a Vercelli dove effettuiamo fermata. In ingresso in stazione incrociamo un TGV in direzione opposta.
La fermata a Vercelli si protrae per qualche minuto, mentre sul binario accanto al nostro un Frecciabianca in nuova livrea fa il suo splendido ingresso in stazione!
"Vercelli, stazione di Vercelli. Il treno frecciabianca per Torino P. Nuova è in partenza dal binario 2"

Si riprende la corsa verso Novara sotto la pioggia battente, dove arriviamo dopo circa 15 minuti.
Un TAF di Trenord sul binario accanto ci da il benvenuto sulla rete lombarda! ..quasi come fossimo in Francia dove le regioni hanno brandizzato il proprio servizio ferroviario con loghi e colori personalizzati.

 Ingresso alla stazione di Novara.

Dopo Novara la corsa riprende veloce verso Milano. Si supera il Ticino, la stazione di Magenta (quella vera non quella della RER!) e si corre fino a Rho dove, ovviamente, riprendono i rallentamenti e la marcia a singhiozzo. Una domanda qui non può che sorgere spontanea: come è possibile che un bivio ferroviario così importante e trafficato non disponga di un piano binari efficiente e magari di uno scavalco per evitare conflitti di itinerario? ..ma su questo si potrebbe scrivere un post dedicato...
Rho, i binari della linea del Sempione si innestano direttamente sui binari da Torino.

Superata Rho fortunatamente si marcia dritti fino alla protezione di Milano Porta Garibaldi, transitando di gran carriera a Rho Fiera, Certosa (dove lasciamo la linea di cintura sulla sinistra) e Villapizzone.
L'arrivo a Milano attraverso il periferia Nord-Ovest in una cupa giornata piovosa non è un gran che..ma è così in tutte le grandi città.

Si superano i fasci di ricovero di Trenord ed Italo di Milano S.Rocco, mentre sullo sfondo svettano i nuovi grattacieli di Porta Nuova. Ingresso a Milano Porta Garibaldi sul binario 12 dove di consueto arrivano e partono i TGV vista la presenza delle biglietteria SNCF proprio in testa a questi due binari e alla limitata lunghezza dei binari stessi che non posso ospitare lunghe composizioni.


Il nostro TGV 4502 appena giunto come 9245 a Milano attende la discesa di tutti i viaggiatori prima del ricovero notturno. Il treno tornerà a Parigi la mattina successiva.

La stazione di Garibaldi è un buon biglietto da visita per chi arriva: ambienti moderni, funzionali e ottimi interscambi con la rete di trasporto pubblico regionale e locale/metropolitana, mentre il nuovo distretto terziario e finanziario è localizzato appena fuori dalla stazione a distanza pedonale (la buona posizione della stazione è stato uno dei motivi dello spostamento del servizio TGV da Centrale).

In conclusione il viaggio in treno Parigi - Milano è senz'altro lungo, ma consigliabile a chi viaggia con molti bagagli o chi ama godersi i lunghi trasferimenti e l'atmosfera del viaggio. Conoscendo i territori attraversati (come si è provato brevemente a fare con questo articolo) o viaggiando in compagnia il tempo scorre veloce e si arriva serenamente senza stress o altri trasferimenti nel centro città. Il viaggio è assolutamente confortevole anche in seconda classe, unico punto negativo è l'assenza di prese di corrente al posto.
Da Torino il treno per Parigi è ancora più consigliato visti i tempi più ridotti e la minor competitività delle tariffe aeree da Caselle verso Charles de Gaulle.

Prossimi investimenti della SNCF su questo collegamento sarebbero accettati più che volentieri visto il grande successo sempre riscontrato da questi treni. Si era già ipotizzata una coppia di corse aggiuntiva, ma la sua attivazione risulta complicata visti i problemi di interoperabilità fra rete francese ed italiana.
Se si valutasse la sostituzione dei treni con materiale rotabile TGV di ultima generazione già in ordine, si potrebbe anche assistere ad una ulteriore riduzione dei tempi grazie all'uso dell'alta velocità anche fra Torino e Milano...e chissà...magari anche l'inizio di una seria collaborazione con Italo di cui SNCF è già importante azionista!

sabato 1 febbraio 2014

Avvoltoi nei cieli di Fiumicino [UPDATE Febbraio 2014]

Si riprende la questione Alitalia e relativo sviluppo dei traffici aerei dall'aeroporto di Roma.

A distanza di 2 mesi dalla scrittura del precedente articolo, Alitalia è ancora operativa mentre sono in pieno corso le trattative con la compagnia araba Etihad. Poco nulla trapela delle trattative e degli interessi arabi, pertanto risulta complicato ipotizzare scenari futuri. In ogni caso pare sorprendente come si sia manifestato l'interesse degli arabi per entrare in partecipazione con una compagnia piena di debiti e da tutti ritenuta di nessun valore. Le principali ipotesi sono che la ricca Etihad sia stata stimolata a fare ciò dalla azzoppata cugina Airfrance che vuole presidiare l'ancora ricco mercato italiano, seppur continuando ad aspirare passeggeri verso l'hub di Parigi. I francesi potrebbero quindi stare sereni poiché il traffico italiano sarebbe comunque in mani amiche. Seconda opzione è che i fortissimi interessi politici legati ad Alitalia (che pure da privata non è riuscita a curare le perverse strutture da carrozzone statale) non abbiano la minima intenzione di lasciare morire la compagnia e pertanto abbiano avviato trattative con il governo di Abu Dhabi per barattare il salvataggio di Alitalia con altro. (si tratta di opzioni frutto di ragionamenti dello scrittore)
Al momento la compagnia pare abbia esaurito nuovamente tutte le scorte di denari nei propri forzieri (riempiti a Novembre/Dicembre). Si attende l'esito delle trattative sperando che i cittadini italiani non rimangano per l'ennesima volta danneggiati da scelte volte a tutelare interessi particolari.

Aeroporto di Roma Fiumicino in uno storico disegno per Ulisse (rivista di Alitalia)
(tratta da amedeogigli.it)

Intanto a Fiumicino sono iniziate le operazioni di Ryanair, mentre anche easyJet ha comunicato le proprie intenzioni di potenziamento dallo scalo romano. Si ricorda che anche Vueling aprirà base a Roma iniziando ad operare nuove rotte con ottime frequenze dalla prossima estate.
La compagnia arancione pare baserà a Fiumicino 2 nuovi A319. Riviste le frequenze delle rotte attuali mentre si aggiungono le nuove linee per: Montpellier, Nantes, Praga, Belgrado, Salonicco, Mahon, Rodi.
Lo scenario per il prossimo autunno su Fiumicino appare davvero "corposo" con easyJet che presidierà il più possibile le sue rotte e la sua posizione sullo scalo, Vueling che inizierà le operazioni e offrirà servizi e tariffe competitive per lanciare i servizi, Ryanair che testerà l'andamento di linee che nessun ente gli finanzia ed Alitalia che rimane un mistero ma certamente non sparirà da Roma.
Il network europeo di linee aeree da Roma si è fatto molto interessante, con molta concorrenza e sostanzialmente completo. Al momento impossibile valutare se il mercato risponderà bene a questa super offerta oppure se si assisterà ad un calo di qualità dei servizi e qualche compagnia si farà male vista l'inevitabile guerra di prezzi che si combatterà nei prossimi mesi. 

mercoledì 29 gennaio 2014

RER vs S-Bahn

Breve (e banale) confronto fra due diversi modelli di esercizio di servizi ferroviari suburbani, RER parigina e S-Bahn tedesca.

Con una linea RER, il sistema parigino intende identificare una serie di servizi vicinali che nella tratta centrale utilizzano lo stesso passante ferroviario. Il sistema risulta particolarmente chiaro per gli spostamenti interni a Parigi, mentre complica i viaggi verso la banlieu. I singoli servizi non sono infatti chiaramente identificabili con numeri o lettere (solo un codice di 4 lettere appare sui treni ma risulta ai più non decifrabile) e all'utente appare che il servizio sia piuttosto casuale..ed in alcuni casi in effetti lo è.
Prendiamo un esempio:
RER B ufficialmente Saint-Remy o Robinson - Parigi - Aeroport CDG o Mitry.
Nella tratta parigina, sulle carte identificabile come zona tariffaria 1, la RER B rappresenta il passante ferroviario Nord-Sud, da Gare du Nord a Cité Universitaire. All'interno di questa tratta tutti i treni effettuano lo stesso servizio fermando in tutte le stazioni. La frequenza in orario di punta può raggiungere i 2/3 minuti.
Se si guarda l'orario si nota però che la RER B è in realtà formata da 3 servizi differenti sovrapposti. Ogni servizio ha frequenza 15 minuti. Se questa impostazione fosse regolare per tutta la giornata non ci sarebbero problemi a nominare i servizi in qualcosa come B1, B2, B3 così da facilitarne l'utilizzo. Invece la struttura dell'orario non è regolare ma subisce alcune variazioni durante la giornata e negli orari di punta, rendendo di fatto indistinguibili le diverse linee. Le diverse "mission" vengono identificate da un codice di 4 lettere: la prima lettera indica la destinazione, la terza la partenza, mentre le altre due il tipo di servizio (diretto fino a, ferma in tutte, tutte tranne X e Y, ecc.) Il significato dei codici risulta ovviamente ignoto ai più e pare essere funzionale solo al personale ferroviario che può così agilmente riconoscere e distinguere i servizi. ai passeggeri non rimane che attendere sulle banchine guardando i tabelloni indicanti le fermate del primo treno in arrivo.


Due esempi di mappe dei trasporti parigini per evidenziare pregi e difetti del modello. 
(carte tratte dalle ufficiali RATP)
Nella prima (scala locale) appare evidente la semplicità di interpretazione, dove il singolo corridoio ferroviario viene identificato come una linea sola.
Nella seconda carta è mostrata invece in maniera schematica la rete regionale RER. Si nota la complessità di alcune "linee" (in particolare C e D) che fuori dall'area urbana di Parigi si dividono in diverse, troppe diramazioni differenti. Ne consegue una notevole sovrapposizione di servizi eterogenei nelle tratte comuni.
Ogni linea RER va quindi ad identificare tutti i servizi ferroviari di uno stesso sistema afferenti allo stesso corridoio (passante) in tratta urbana a Parigi.

Il sistema S-Bahn (tedesco) punta invece all'identificazione precisa di ogni singolo servizio con un numero preciso.
Questo implica la progettazione di un orario rigorosamente cadenzato per tutta la giornata in modo tale che ogni linea sia chiaramente identificabile ed utilizzabile senza "brutte sorprese" da parte dell'utenza.
Il modello S-Bahn si presenta sotto diverse forme a seconda del contesto della sua applicazione. In alcune città tedesche la S-Bahn è una vera e propria metropolitana (vedi Amburgo) con materiale rotabile specializzato e binari totalmente autonomi, mentre in altre si tratta per lo più una rete ferroviaria regionale numerata (Leipzing-Halle).
Carta dei trasporti su ferro nell'area metropolitana di Amburgo. Metro e linee S appaiono difficilmente distinguibili, mentre molto chiara rimane la separazione delle linee S sulle tratte in sovrapposizione. In favore di questa rappresentazione l'elevata frequenza di ogni singola linea S che assume nel contesto un ruolo paragonabile ad una metropolitana.

Questo modello prevede quindi di numerare ogni servizio, ed in tal modo le tratte di linea dove questi si sovrappongono non sono identificabili univocamente con un codice. Il gergo comune provvede poi a colmare tale lacuna con nomi tipo "le S-bahn" o "il passante".

Per semplificare la comprensione si prenda d'esempio il sistema delle linee S milanesi, chiaramente ispirato al modello tedesco.
Se a Milano si fosse applicato il modello RER francese sui principali corridoi ferroviari urbani si avrebbero probabilmente 3 linee:
RER A Saronno/Seveso - BOVISA - ROGOREDO - Lodi/Pavia (invece di S1, S2, S10)
RER B Gallarate/Novara - CERTOSA - PIOLTELLO - Treviglio (invece di S5, S6)
RER C Garibaldi-Monza-Lecco/Seregno/Bergamo (invece S7, S8, S11, REG)
Non sono state considerate alcune linee S perché non afferenti ad alcuno dei 3 corridoi. La maggior complessità dei servizi milanesi è senz'altro un ottimo motivo per aver preferito il modello tedesco.

Nessuno dei due modelli è meglio dell'altro, poiché sono nati in contesti diversi e con necessità diverse.
Si fatica ad immaginare una Parigi con 30 S-Bahn invece che 5 RER (anche perché potrebbe risultarne una eccessiva confusione in tratta centrale) mentre si potrebbe senz'altro lavorare su una più facile identificazione dei servizi che compongono la RER con qualcosa come RER A1, A2, ecc.. implicando una forte ristrutturazione e regolarizzazione del servizio.
Il sistema milanese appare abbastanza ragionevole, sfruttando il concetto tedesco per la rete regionale, mentre a scala urbana in Milano il sistema è semplicemente noto sia nella mentalità comune che sulle carte come "Passante", mentre il servizio di cintura come S9.

 
Due carte del trasporto pubblico dell'area metropolitana di Milano.
La prima a scala locale mostra giustamente il passante ferroviario come una unica linea metro (blu), la seconda, a scala regionale, mostra tutte le linee S chiaramente separate ed identificabili anche nella tratta del passante. Questo modello appare molto chiaro e comprensibile: il viaggiatore in centro a Milano guarda la prima carta per raggiungere in metro o bus la linea blu (passante), una volta nella stazione trova la seconda carta per identificare la linea da prendere.

venerdì 17 gennaio 2014

Non-piano Aeroporti

E' stato da pochi giorni reso pubblico il nuovo piano nazionale aeroporti.
Si tratta dello strumento istituzionale per pianificare e regolare la gestione delle infrastrutture di trasporto aereo e dovrebbe inserirsi all'interno di politiche dei trasporti strutturate e ben ragionate.
Il nuovo piano sembra invece non cambiare nulla (come tutti i precedenti piani d'altronde). Tanti soldi e ore di lavoro spese per confermare sostanzialmente l'esistente perverso sistema aeroportuale italiano.

Il piano individua 10 bacini di traffico ai quali assegnare uno scalo strategico a testa.
Gli aeroporti indicati come strategici sono:
Milano Malpensa, Venezia, Bologna, Pisa-Firenze*, Roma Fiumicino, Napoli, Bari, Lamezia Terme, Catania, Palermo e Cagliari.
*il piano indica motivi morfologici particolari e dimensioni degli scali per giustificare i 3 aeroporti strategici di Bologna, Firenze e Pisa.

Come aeroporti di interesse nazionale vengono riconosciuti:
Milano Linate, Milano Orio, Torino, Cuneo, Genova, Brescia, Verona, Treviso, Trieste, Rimini, Parma, Ancona, Roma Ciampino, Perugia, Pescara, Salerno, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Olbia e Alghero.

A tutti i sopra elencati aeroporti saranno garantiti finanziamenti pubblici statali,  gli altri fuori elenco dovranno essere autosufficienti per rimanere operativi (Albenga, Bolzano, Aosta, Forlì, L'Aquila, Foggia...).

Ancora una volta pare che l'Italia non sia stata capace di scegliere, di fare scelte decisive.
Si è preferito assecondare i provincialismi che spopolano per tutta la penisola e continuare a finanziare con denaro pubblico aeroporti inutili e deserti, piuttosto che iniziare a fare economie di scala puntando solo sugli scali maggiori. Anche senza volere chissà quale pianificazione dei trasporti integrata, almeno iniziare a risparmiare un po' di denaro speso per mantenere operativi aeroporti con pochissimi voli giornalieri.

Il dibattito sugli aeroporti è molto accesso proprio perché le amministrazioni locali sembrano incapaci di rinunciare allo scalo a loro prossimo, in molti casi sperperando denaro pubblico, ma ci si chiede davvero come possano essere considerati di interesse nazionale aeroporti come:
Cuneo, Parma, Salerno, Taranto, Crotone e Comiso, nonché come possano essere considerati al pari di Milano Orio. Volendo si potrebbe valutare seriamente anche la chiusura di Treviso, Rimini e Trapani, ma certamente si incontrerebbe una opposizione politica fortissima. Brescia svolge solo servizio postale, mentre Lampedusa e Pantelleria sono necessari per questioni di continuità territoriale.
In ogni caso il piano ancora una volta aggira silenziosamente le questioni cruciali, prima fra tutte il perverso sistema Linate-Malpensa, legittimando situazioni assolutamente anomale ed insostenibili.

mercoledì 27 novembre 2013

Avvoltoi nei cieli di Fiumicino

Ebbene sì,
l'Italia fra tutte le sue stranezze ora può anche vantare una compagnia aerea fallita 2 volte!!!
Alitalia, compagnia nazionale di bandiera fallita la prima volta nel 2007, "venduta" a privati nel 2008, a metà 2013 entra in una pesantissima crisi. In realtà, seguendo l'evoluzione della compagnia e delle sue strategie dal 2008 in poi, la nuova Alitalia (CAI) non ha mai avuto il bilancio in attivo e quella attuale è solamente la dura conseguenza del cattivo andamento degli ultimi anni.
Sulla nuova Alitalia privata si è già detto e ridetto..e si continua a dire tentando di tenere in piedi un cadavere che cammina e che non potrà camminare salvo pesantissime ed impensabili ristrutturazioni.
Nonostante la privatizzazione, sono probabilmente rimaste nella nuova compagnia troppe perverse strutture del passato dove scelte strategiche, poltrone, accordi sindacali e di ogni altro tipo sono rimasti troppo simili alla filosofia dell'ex carrozzone statale. Il risultato è che la compagnia con la struttura attuale non regge ad un articolato mercato aereo dominato sempre più dalle grandi compagnie (giganti come Lufthansa, AirFrance, American Airlines, Emirates, ecc..) e dai vettori low cost.
Probabilmente allo stato attuale potrebbe essere più facile fondare una nuova compagnia che provare a ristrutturare la malata struttura di Alitalia, e la totale assenza di compratori e la fuga di parte degli azionisti già in Alitalia potrebbe essere conferma di tutto ciò: nessuno vuole mettere mano e soldi in CAI ed avere a che fare con gli intricati sotterfugi politici che ruotano attorno alla compagnia.

Mentre il governo è totalmente occupato nell' "accanimento terapeutico" su Alitalia , il mercato sta iniziando a fare il suo lavoro.
Ecco che settimana scorsa la compagnia Vueling ha annunciato l'apertura di una base con 8 aerei proprio a Roma Fiumicino, attuale hub di Alitalia.
Vueling è una compagnia che il gruppo IAG (British-Iberia) ha rilevato l'anno scorso e che, con qualche aggiustamento, ha trasformato nella sua macchina da guerra per conquistarsi importanti fette di mercato europeo. E' una compagnia con struttura snella tipica delle low cost, ma sviluppata in modo da offrire servizi di qualità superiore, fra i quali spicca la possibilità di gestire transiti (quindi viaggi con scalo), caratteristica tipica dei vettori major (ex bandiera).
IAG ha ufficialmente annunciato pochi mesi fa le serie intenzioni di sviluppare il network di Vueling in Europa al di fuori dei propri hub di Londra Heathrow (servito da British Airways) e Madrid ("nuova" Iberia).
A conferma della serietà delle intenzioni del gruppo, ci sono 58 aerei A320 in ordine e l'apertura della nuova base di Roma (oltre ad una piccola a Bruxelles).

foto tratta da blogs.adobe.com

Vueling entra a gamba tesa nel mercato italiano, aprendo numerosi nuovi voli, molti dei quali nazionali e in diretta concorrenza con Alitalia per tratte e operativi (orari).
Le principali nuove linee operate saranno per: Torino (4 voli al giorno), Catania (4), Palermo (4), Genova (3), Bari (2), Atene (2), Bruxelles (2), Brindisi (1), Lamezia (1), Praga (1), Berlino (1), Amsterdam (1) più altre destinazioni con 3/4 voli settimanali verso Spagna, Croazia e Grecia. Gli operativi prevedono anche aerei in night stop fuori base a Torino, Genova, Catania e Palermo, pratica molto costosa per la compagnia ma che permette di avere un primo volo la mattina presto verso Roma.
Dalla prossima estate Vueling potenzierà anche la sua base di Firenze, mentre pare rimanere lontana da Milano e Venezia, tratte con già una forte concorrenza, specie ferroviaria, ma sulle quali non sarà problematico entrare una volta terminate le operazioni Alitalia.
Una mossa di tale portata, possibile grazie al gioiellino Vueling che per di più ha alle spalle una presenza forte come IAG, strapperà certamente mercato agli altri vettori operanti su Roma e complicherà seriamente il salvataggio della compagnia tricolore che ha sempre meno margini di manovra. In conclusione si nota anche come IAG stia attaccando l'Italia su due fronti: uno operativo con la base Vueling, e l'altro amministrativo tramite il ricorso in sede UE contro l'intervento di PosteItaliane in Alitalia.

Di ieri è invece la notizia che altri e più numerosi avvoltoi hanno iniziato ad aggirarsi sui cieli di Roma, ma questa volta non sono anglo-spagnoli ma irlandesi.
Il vettore Ryanair, molto noto per le sue tariffe incredibilmente basse e per tutte le polemiche relative alle sue politiche, ha oggi annunciato una forte espansione sul mercato italiano alla luce delle nuove linee guida strategiche della compagnia (più attenzione al cliente, non solo aeroporti secondari, per citare i principali punti).

foto tratta da businessinsider.com

Ryanair aprirà a metà dicembre una base a Fiumicino che potenzierà fino a 12 aerei nei mesi successivi, in contemporanea ad uno spostamento del traffico nazionale da Ciampino verso il principale scalo romano. Allo stesso tempo aprirà basi minori a Catania e Palermo con 2 aerei ciascuna e Lamezia Terme con un solo aeromobile basato. Sono incredibili i brevi tempi di reazione e apertura delle nuovi basi, resi possibili dalla snella struttura della compagnia, dall'elevato numero di aerei fermi per tutta la stagione invernale e dal probabile trasferimento in blocco di molto personale dal centro Europa al Sud Italia senza troppi problemi "sindacali".
Si vuole sottolineare che gli irlandesi inizieranno le operazioni da Fiumicino già a metà dicembre, mentre Vueling dalla primavera/estate 2014, quando Ryanair avrà già una posizione abbastanza consolidata a Roma. 
Gli aerei irlandesi stanno cambiando stile, ma la loro abilità mediatica non è mancata nemmeno questa volta, lanciando la provocazione ad Alitalia di iniziare una collaborazione sui voli verso Roma. La struttura insita di pura low cost impedisce in realtà a Ryanair di operare voli di connessione, rendendo di fatto l'annuncio un atto mediatico volto a farsi pubblicità a gratis (tutti i giornali ne parleranno nei prossimi giorni).
Al momento non risultano esserci accordi particolari che prevedano favoritismi o sussidi alla compagnia irlandese da parte di enti pubblici e aeroporti minori (cosa fino ad oggi quasi scontata per Ryanair), probabilmente anche questo dovuto al riadattamento e all'innovazione che la compagnia irlandese sta portando avanti, anche in vista delle prossime direttive europee sul sussidio al trasporto aereo.
I privi voli che verranno attivati già a dicembre saranno: Fiumicino-Catania (4 voli giornalieri), Fiumicino-Palermo (4 voli) e Fiumicino-Lamezia (2 voli).

A Fiumicino si avranno quindi 3 vettori low cost basati: EasyJet, Vueling e Ryanair. Quest'ultima manterrà comunque alcune operazioni internazionali a Ciampino.

Queste grosse compagnie che in poco tempo hanno annunciato sensibili espansioni sul mercato aereo italiano, scommettono inevitabilmente su un prossimo grounding di Alitalia che lascerà ampi spazi vuoti nel mercato ma che Vueling e Ryanair si stanno già preparando a riempire.
I vettori stranieri stanno quindi lanciando un'offensiva con ben pochi precedenti nella storia dell'aviazione europea.

Lascia al momento stupiti la quasi totale assenza di reazioni da parte di EasyJet, attualmente secondo vettore a Fiumicino, primo a Malpensa e Napoli, ma tradizionalmente un po' più zavorrato nel prendere decisioni forti.
Colpisce ad esempio come si siano lasciati sfuggire la possibilità di una base a Catania, aeroporto a loro già molto noto e per il quale hanno avute servite sul piatto di argento già 2 possibilità (grounding WindJet e prossimo Alitalia).

Lo scenario su Roma pare essersi delineato, si rimane ora in attesa degli sviluppi della situazione in Nord Italia dove il perverso sistema aeroportuale milanese complica tutte le questioni. Magari potrebbe essere la stessa EasyJet a puntare con ancora più decisione su Milano, magari aprire su Linate e Venezia o magari il crollo di uno dei più grandi sostenitori di Linate (Alitalia) così appoggiato dalla politica, permetterà di muovere seriamente qualche carta sulla questione Linate vs Malpensa...si vedrà...come si vedrà cosa succederà ai collegamenti di lungo raggio.

In tutto questo scenario che sta via via delineandosi, appare evidente come per Alitalia non ci sia più alcuno spazio rilevante e sufficiente a compiere qualsiasi tipo di manovra. La situazione si fa grigia anche per le altre piccole compagnie italiane come Meridiana e Blue Express che oggi operano alcuni voli nazionali. Entrambe le compagnie non navigano in buone acque, schiacciate da problemi economici e incertezza gestionale e viene spontaneo chiedersi come mai non abbiamo fatto loro quello che stanno facendo gli stranieri.

Si ritiene sensato che oggi il governo italiano iniziasse seriamente a ragionare su un grounding pilotato di Alitalia, in modo da tenere sotto controllo la disoccupazione (già iniziata spontanea e forte migrazione di personale verso altre compagnie) e gestire al meglio la fase di transizione fra lo stop di Alitalia e il raggiungimento della piena operatività delle altre compagnie.

lunedì 25 novembre 2013

Nuovo volo Milano-Miami - riflessioni sugli aeroporti di Milano

Venerdì 22 novembre è stata riattivato il collegamento diretto Milano - Miami, dopo un lungo periodo di assenza nella destination map di Malpensa.
Il nuovo volo viene operato con una frequenza giornaliera da American Airlines, garantendo così ottimi collegamenti fra il Nord Italia e la Florida, oltre che con la "classica" e ben servita New York.
American Airlines (recentemente fusasi con US airways) offre moltissimi collegamenti nel continente americano dai propri hub, rendendo così possibile reggiungere da Milano molte destinazioni oltre oceano con un solo cambio. In particolare l'hub di Miami è focalizzato sui collegamenti verso centro e sud America.

Un volo Milano - Miami veniva in passato operato da Alitalia con 3 frequenze settimanali, per essere poi chiuso circa un anno e mezzo fa all'inizio della grande crisi Alitalia-CAI, diventata pienamente evidente in queste ultime settimane.

Le relazioni fra Milano e la Florida sono sempre state molto dinamiche ed un volo diretto è da ritenersi fondamentale. Voli point-to-point probabilmente faticherebbero ad essere sostenibili, ma il volo American può godere anche di innumerevoli connessioni dall'hub di Miami e di qualche volo in code sharing da Milano.
L'andamento delle prenotazioni è decisamente buono ed ha infuso fiducia alla compagnia che ha già prolungato il periodo di operatività del volo, facendo auspicare un buon successo a questo fondamentale collegamento per Milano!
American Airlines potrebbe essere l'unica compagnia del "triduo" americano ad avere seri interessi a puntare sul Milano, non generando a Malpensa forti conflitti con le sue alleate europee (British e Iberia principalmente) cosa che le altre americane inevitabilmente farebbero (Delta molto legata ad AF/KL e United membro forte di Star Alliance). Ad ogni modo è troppo presto per qualsiasi valutazione.

In una limpida giornata autunnale due Being dell'American Airlines sostano in contemporanea al satellite B di Malpensa. Uno per Miami, l'altro per New York. Dietro il volo Delta sempre per il Kennedy. - 25/11/2013
foto tratta da mxpairport.it


Ogni volta che qualcosa cambia nella programmazione dei voli da Milano, sorge spontaneo pensare al complicato sistema aeroportuale dell'area metropolitana lombarda.
Il perverso sistema Linate-Malpensa che persiste dal 2000 passando indenne attraverso amministrazioni di ogni tipo e colore politico, continua a penalizzare l'economia e lo sviluppo di una delle aree economicamente più attive d'Europa.
Sulla questione si è detto e ridetto...ma nella baraonda di informazioni dove ognuno dice quello che vuole (anche personaggi senza competenza alcuna) si rimanda allo Studio Ambrosetti del 2012 commissionato dalla stessa SEA per tutte le informazioni del caso.

Ad ottobre Malpensa ha registrato un timido +1% nei passeggeri movimentati, ha visto l'annuncio del volo per Toronto ed ha vissuto l'attivazione del nuovo volo Emirates per New York, mentre easyJet continua a muovere 6 milioni di passeggeri l'anno!
Si spera che questi dati vagamente incoraggianti non vengano usati dalle amministrazioni competenti come alibi a favore del mantenimento di Linate, ma al contrario come indicatore che dalla Lombardia c'è ancora una domanda fortissima di collegamenti diretti a lungo raggio che potrebbero essere decisamente più numerosi previa definizione di un chiaro sistema aeroportuale a Milano.
Detto banalmente: se oggi da Malpensa si riescono comunque ad operare voli lungo raggio senza avere voli di connessione, di certo con un sistema aeroportuale coerente e non auto cannibale, Milano potrebbe essere collegata direttamente con numerosissime destinazioni mondiali oggi raggiungibili solo facendo scalo attraverso i grandi hub del centro e nord Europa.
E' però fondamentale capire l'importanza della rinuncia all'aeroportino comodo per il quadrante Est di Milano città, in favore di un grosso scalo della regione urbana di Milano che già esiste e sul quale si è investito moltissimo.
Un grosso aeroporto funzionante è ormai fondamentale per mantenere città e regioni economiche sulla scena globale, nonché un volano per rilanciare l'economia locale oggi in forte crisi.